Sapevate che nel processo di creazione di un Chatbot, un aspetto da non trascurare è il suo aspetto psicologico? Ebbene sì, la sua progettazione può essere più complessa e richiedere competenze diverse da quelle necessarie per sviluppare un’applicazione. Sia che debba interagire via messaggi di testo o che invece reagisca a comandi vocali, chiunque voglia cimentarsi seriamente nello sviluppo di Chatbot dovrà anche cimentarsi con l’arte della conversazione.
I Chatbot sono creati per risolvere dubbi e rispondere a quesiti e lo fanno nel modo più naturale possibile: conversando.Nasce quindi la necessità di far parlare il bot nel modo più “umano” possibile. Un bel paradosso!
Questa necessità nasce dal fatto che talvolta l’interazione “metallica” con il Chatbot suscita fastidio e irritazione nell’utente che non si sente realmente ascoltato. Quindi si può rischiare di perdere la finalità che si vuole ottenere.Per questo è fondamentale ingaggiare un bravo Botrainer che oltre a programmare il Chatbot sappia gestire le ambiguità del linguaggio umano (compito che può essere delegato alle AI) ma anche la psicologia degli utenti, affrontando le obiezioni, stimolando le risposte o riportando la conversazioni nei binari e nella direzione opportuna. In altre parole il Botrainer è una figura professionale che riunisce in sé la figura del copywriter e del programmatore. Infatti non è solo un bravo programmatore anzi, il suo plus risiede nelle sue abilità linguistiche e nelle sue competenze in termini di brand personality. Una volta che ha accompagnato l’azienda alla scoperta del proprio io vi fa aderire il carattere del Chatbot. Mettiamo il caso siate amichevoli, ironici ed energetici, il vostro Chatbot dovrà riflettere esattamente quegli stessi tratti. In che modo? Col giusto copy e, quindi, col giusto tone of voice.
Detto questo, quale ingrediente manca per un Chatbot “veramente umano”?
Tutti quei mezzi che l’essere umano usa per rafforzare concetti che esprime a voce: comunicazione non verbale e paraverbale. Con la comunicazione scritta è tutto più complicato, immaginate di dover far esprimere scetticismo al chatbot, alzare un sopracciglio o tentennare con la voce sarebbe molto più semplice, ma come si può soddisfare la richiesta quando a doverlo fare è un Chatbot? Qui interviene un bravo Botrainer che con le giuste parole, le giuste forme sintattiche, il giusto ritmo, le giuste pause, e usando la punteggiatura come vero e proprio strumento comunicativo, riesce a ricostruire quella voce che nei Chatbot sembra mancare.