Etica e Intelligenza artificiale, che rapporto c’è?

26 Gennaio 2021by Ellysse

Il festival della Filosofia 2020 aveva come tema principale la macchina e tra le disamine affrontate dai Filosofi ne è emersa una cara ad Ellysse e a BOTrainer: il rapporto tra Etica e Intelligenza artificiale.

Le macchine in senso lato sono quelle tecnologie che basandosi su AI non si limitano a realizzare meccanicamente compiti che gli sono stati programmati ma a fronte di un addestramento come quello che compie il nostro #BOTrainer assolvono compiti in sinergia con il “team umano” supportandolo e talvolta sostituendolo.

Questi assistenti virtuali diventano un aiuto concreto nelle aziende perché riescono ad essere, in alcuni casi, completamente autonomi.

Che prezzo ha però questa autonomia? La risposta è legata a doppio filo alla domanda che rapporto c’è tra Etica e Intelligenza artificiale.

Tutto ruota attorno alla capacità decisionale: le macchine basate su AI fondano le loro decisioni sui dati che, immagazzinati e addestrati ad esempio da un bravo BOTrainer, formano il loro database, il loro sapere. Ma, tutto è fallibile, anche le macchine che basandosi sui dati incappano in errori dovuti alla natura di questi ultimi. Senza addentrarci in questioni molto articolate, i dati che formano il sapere degli Assistenti virtuali sono copie della realtà e in quanto tali imperfette.

Per questo le decisioni prese, basandosi su queste copie, sono imperfette, fallibili.

Decisioni fallibili rendono la capacità decisionale delle macchine pericolose, è tristemente nota la vicenda americana di un test di guida senza conducente che è capitolato nel peggiore dei modi. Citando Paolo Benanti, frate teologo e grande studioso della gestione delle innovazioni nell’era digitale tra l’America e l’Europa

”siccome le Ai fondano le loro decisioni sui dati e poiché questi non sono una copia perfetta della realtà la macchina sapiens non sarà ovviamente infallibile e questo appunto rende assolutamente necessario un approccio etico condiviso per evitare si producano azioni e decisioni che possano danneggiare le persone, creare disequilibri a livelli individuali e sociali”.

L’approccio etico condiviso è riferibile all’attività ad esempio del BOTrainer che supervisiona e opera per fornire strumenti migliorativi e di controllo alla macchina o assistente virtuale. Questo poi dovrebbe anche porre fine alla paura immotivata che le macchine sostituiranno l’uomo rubandogli il lavoro. Perché in parte è così ma come dice Ferrais, Filosofo teoretico dell’università di Torino, la macchina può avere input infiniti ma sempre determinati dall’uomo. E quindi l’unico lavoro che la macchina può rubare all’uomo è quello che all’uomo arreca solo noia e fastidio. Mentre di contro le possibilità lavorative che la macchina offre all’uomo sono ben più stimolanti e produttive e si stanno facendo largamente spazio nello scenario tecnologico degli ultimi anni, parola di #BOTrainer.

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